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Agricoltura, individuato gene che rende piante resistenti alle malattie

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Identificato un gene che rende le piante resistenti alle malattie. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications dai ricercatori dell’Università di Edimburgo (Regno Unito), secondo cui la scoperta potrebbe favorire lo sviluppo di colture resistenti alle infezioni, aiutando a prevenire la perdita dei raccolti.

Gli scienziati scozzesi hanno analizzato il processo attraverso cui le piante, quando sono aggredite da batteri o virus, producono piccole quantità di un gas chiamato ossido nitrico, che si accumula nelle cellule vegetali e provoca la risposta del sistema immunitario. In particolare, i ricercatori hanno studiato i geni che si attivano in corrispondenza dell’aumento dei livelli di ossido nitrico in una varietà di crescione, l’Arabidopsis thaliana. Hanno così scoperto che un gene precedentemente sconosciuto, chiamato Seg1, viene rapidamente attivato dall’ossido nitrico e innescato durante l’infezione batterica.

Ulteriori analisi hanno dimostrato che Srg1 scatena il meccanismo di difesa della pianta, limitando l’attività dei geni che sopprimono la risposta immunitaria. Modificando l’attività di questo gene, gli scienziati hanno dimostrato che le piante che presentavano livelli più alti delle proteine difensive prodotte dal gene erano più resistenti alle infezioni. Inoltre, hanno osservato che l’ossido di azoto regola la risposta immunitaria, assicurando che il sistema di difesa della pianta non reagisca in misura eccessiva. Un sistema immunitario iperattivo danneggia, infatti, il vegetale e ne ostacola la crescita, proprio come succede con le malattie autoimmuni negli umani.

I ricercatori spiegano che meccanismi simili possono essere trovati in molte altre varietà di piante, e che queste scoperte potrebbero consentire di comprendere i processi fondamentali che sono alla base della regolazione della risposta immunitaria. Ciò potrebbe favorire la produzione di colture resistenti alle infezioni virali e batteriche. “I nostri risultati forniscono il collegamento mancante tra i meccanismi che attivano e i meccanismi che sopprimono la reazione della pianta alle malattie – osserva Gary J. Loake, che ha coordinato la ricerca -. Siamo rimasti sorpresi nel vedere che questo meccanismo potrebbe essere comune a quello presente negli umani”.

 

Foto: Pixabay

redazione