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Al via in Europa il monitoraggio condiviso sugli sprechi alimentari

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Mancano pochi anni al 2030, l’anno entro il quale le Nazioni Unite si sono prefissate di dimezzare lo spreco alimentare nel mondo. Per tagliare questo traguardo l’Unione europea si è data un nuovo strumento, il monitoraggio condiviso della quantità di cibo sprecato per valutare l’andamento della lotta contro questa pratica lungo la filiera alimentare. Lo scorso 27 settembre è stata pubblicata la decisione delegata della Commissione europea che stabilisce una metodologia comune con cui misurare lo spreco. La decisione, adottata a maggio, entrerà in vigore il 17 ottobre. I Paesi membri dovranno realizzare un quadro di monitoraggio con il 2020 come primo anno di riferimento per poi fornire i dati, entro metà 2022, all’organo esecutivo dell’Ue. 

Ogni anno, secondo le stime dell’Onu, un terzo di tutto il cibo prodotto, circa 1,3 miliardi di tonnellate, finisce nel cestino della spazzatura o si rovina a causa di trasporti e pratiche di raccolto inefficienti. All’interno dell’Obiettivo di Sviluppo sostenibile numero 12, dedicato alla produzione e al consumo responsabili, è stato fissato il traguardo del dimezzamento della quantità di cibo sprecata pro capite, sia nella vendita al dettaglio che nel consumo personale, e della riduzione delle perdite di cibo nella catena di produzione e fornitura incluse le perdite post-raccolta.

Il quadro di monitoraggio dell’Ue faciliterà la segnalazione standardizzata delle quantità di rifiuti alimentari dalla produzione al consumo. In particolare saranno misurati a livello di produzione primaria, di trasformazione e fabbricazione, di vendita al dettaglio, di ristorazione e a livello familiare.  

“Battersi contro gli sprechi alimentari – ha detto il commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis – è un imperativo morale per la sostenibilità del nostro pianeta e dei nostri sistemi alimentari. L’Ue si è impegnata a raggiungere l’obiettivo globale di dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030. Grazie alla nuova metodologia dell’Unione, ora possiamo esaminare la situazione attuale, valutare l’efficacia delle nostre azioni e seguirne i progressi”. 

La decisione delegata della Commissione integra una direttiva del 2009 modificata nel maggio del 2018. Le norme si rivolgono agli Stati membri chiedendo loro di ridurre lo spreco alimentare, monitorarne i livelli e riferire i progressi conseguiti. Ogni Stato deve preparare un programma di prevenzione degli sprechi alimentari, incoraggiare la donazione di cibo e l’adozione di altre pratiche per la ridistribuzione, dando priorità al consumo umano rispetto all’impiego dei rifiuti per uso animale o per la realizzazione di prodotti non alimentari come parte delle misure adottate per prevenire la produzione di rifiuti. Tra le misure segnalate nella direttiva si fa anche riferimento alla necessità di migliorare la comprensione dei consumatori delle date di scadenza in etichetta con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il”.

 

Foto: Pixabay

redazione