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Cani di grande taglia:il “pasto” è servito

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Pastori Tedeschi, Dobermann, Boxer. Ma anche meticci, purché sulla bilancia facciano segnare un peso tra i 25 e i 50 chilogrammi. Amici di grande taglia e dalle “grandi” necessità, sono cani speciali nelle dimensioni. E speciali sono anche le attenzioni da riservare ai pasti che consumano perché possano conservare un equilibrio sano tra muscoli e massa magra o grassa, la salute delle ossa e delle articolazioni unita a quella dei denti. “La maggiore differenza tra un cane di grande taglia e, ancor più di taglia gigante, come l’Alano, l’Irish Setter o il S. Bernardo è la crescita che si prolunga fino ai 14 – 18 mesi, mentre nei cani di piccola taglia si può considerare conclusa già a 10 – 12 mesi”, spiega Oscar Grazioli, medico veterinario a Reggio Emilia, ma anche giornalista e scrittore. “Cani di sangue blu” (Ed. Era dell’Acquario) è il suo ultimo libro. 

 

Dottor Grazioli, quali sono le altre  differenze dal punto di vista nutrizionale per i cani di grande taglia rispetto agli altri?

  Considerando l’impalcatura ossea e muscolare che deve sostenere i cani di grande taglia, bisognerà fare attenzione a un equilibrato rapporto calcio-fosforo nonché a fattori di rinforzo delle cartilagini. Mentre la tumultuosa crescita del cane di piccola taglia implica l’utilizzo di alimenti con maggiore tenore in proteine e grassi, rispetto ai cani di taglia grande. 


Quando sono ancora cuccioli bisogna integrare l’alimentazione in modo specifico?

 Gli alimenti attuali sono in grado di soddisfare le esigenze dei cuccioli di ogni taglia, compresi quelli di grande taglia, mentre l’alimentazione “casalinga” necessita di una opportuna integrazione di minerali, vitamine e fattori di crescita, che comprende condroitin solfato e glucosamina, ad esempio. 


Quando possiamo utilizzare prodotti crudi o cucinati e quando è meglio utilizzare alimenti specifici?

 A causa del possibile inquinamento batterico degli alimenti crudi, questi non andrebbero mai utilizzati, fatta eccezione per l’uovo ben conservato. Ma l’uovo andrebbe comunque evitato nella stagione estiva, quando è maggiormente possibile una contaminazione da diversi ceppi di Salmonella. Attenzione anche a non utilizzare l’albume crudo che contiene una pericolosa antivitamina. Per quanto riguarda i prodotti cucinati, il pasto migliore comprende un mix di riso e pasta molto cotti, carni di quarti anteriori se di bovini o di pollame con carote o fagiolini cotti per aggiungere la necessaria quota di fibra grezza. Non si commetta l’errore di togliere il grasso che contorna la carne: cani e gatti necessitano di molti più grassi rispetto a noi. Per quanto riguarda gli orari, più importante di questi, nei cani di taglia grande, è l’assunzione di due o tre pasti al giorno per prevenire la sindrome da torsione gastrica. 


Il mio cane ha sempre fame, mi segue a tavola e io tendo a soddisfare il suo appetito. È giusto?

Il cane deve mangiare i suoi pasti ed essere educato a non “mendicare” nulla dalla nostra tavola. Questo favorirà anche la sua educazione quando si va in un ristorante che accetti cani. Se il cane ha una fame “esagerata”, nonostante i suoi pasti siano soddisfacenti, è bene fare una visita veterinaria. 


Quali sono i problemi legati all’obesità del cane?

I problemi legati all’obesità non sono molto dissimili da quelli umani: diabete, pancreatite, sindrome di Cushing, patologie cardiovascolari, articolari ed ernie discali sono tutte malattie favorite dall’obesità 

Quanto sono importanti le informazioni nutrizionali sui prodotti?

 Le “etichette” degli alimenti commerciali sono oggi abbastanza complete, anche se sarebbe necessario avere maggiori dettagli sui sottoprodotti, sulla provenienza di carni e pesci e sulla strutturazione aminoacidica. Per chi poco o nulla sa di alimentazione diventa molto difficile valutare un prodotto, anche se, in generale, un maggior tenore in proteine e un minor tenore in fibra e ceneri – tutti indicati in percentuale in etichetta – sono indici di valore del prodotto, così come lo è il prezzo, fatta la debita tara per il pagamento di un quid riguardante il “marchio di fabbrica”.

 Foto: Pixabay

Cosimo Colasanto