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Consumi alimentari, registrata lieve crescita nel primo trimestre 2017

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Nel primo trimestre del 2017 i consumi alimentari delle famiglie italiane sono tornati a crescere. La spesa per gli acquisti agroalimentari è, infatti, aumentata dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo evidenzia il rapporto “Consumi alimentari – I consumi domestici delle famiglie italiane” pubblicato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), secondo cui la tendenza positiva è stato trainata dall’incremento dei consumi dei prodotti confezionati (+1,6%). Questa categoria, precisa Ismea, incide per oltre i due terzi (68%) sul carrello della spesa.

L’analisi rileva che nell’ambito dei prodotti confezionati (provvisti di codice EAN), è cresciuto soprattutto l’acquisto di frutta fresca (+8,7%), ortaggi (+6,6%) e prodotti ittici (+2,9%). Anche i consumi dei salumi in vaschetta sono aumentati del 6%. L’acquisto dei prodotti freschi a “peso variabile” (senza codice EAN), invece, è diminuito del 2,4% su base annua, soprattutto a causa dei forti cali dei prodotti serviti al banco della carne (-5,4%), dei formaggi (-8,8%) e dei salumi (-6,3%).

Nello specifico, nel primo trimestre 2017 i prodotti ittici hanno costituito l’8,2% della spesa agroalimentare complessiva delle famiglie italiane. In particolare, è cresciuto del 7,4% il consumo di pesce fresco, ma è aumentata anche la spesa per le conserve di pesce (+1,9%) e per il pesce congelato (+0,7%). Risulta in flessione, invece, la spesa per i prodotti ittici affumicati ed essiccati (-13%).

Per quanto riguarda la spesa destinata alle carni, è diminuito l’acquisto delle carni fresche di suino (-4,6%) e delle carni fresche bovine (-1,3%), mentre torna a crescere la spesa per le carni bianche (+0,4%). Appare negativo anche il bilancio del comparto lattiero-caseario, che registra una flessione del -3,7% nei primi tre mesi del 2017. In particolare, si rileva una contrazione della spesa del 3,3% per il latte (-5,3% per il latte fresco e -2,3% per quello dell’UHT) e del 4,5% di quella per i formaggi (-5,1% per i freschi, -4,8% per i duri, -4,7% per i semiduri e -3,2% per i molli).

Foto: © JPchret – Fotolia.com

redazione