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Studio: i benefici di 20 anni di Ogm

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Le innovazioni introdotte dall’ingegneria genetica hanno avuto un impatto enorme sulla produttività, sulla sostenibilità e sull’economia agricola. Lo evidenzia uno studio riportato su Genetic Literacy Project e pubblicato sulla rivista Biotechnology in Agriculture and the Food Chain dagli scienziati dell’azienda PG Economics, secondo cui negli ultimi 20 anni l’impiego degli organismi geneticamente modificati (Ogm) ha permesso di ridurre significativamente le emissioni inquinanti prodotte del settore agricolo e d’incrementare i redditi degli agricoltori di oltre 167 miliardi di dollari.

“Dal 1996 i redditi agricoli sono aumentati di 167,8 miliardi di dollari – scrivono gli autori -. Ciò equivale a un aumento del 5,2% del valore della produzione globale delle quattro principali colture: soia, mais, colza e cotone”. La ricerca ha esaminato le informazioni relative alla produzione agricola registrate tra il 1996 e il 2015 negli Stati Uniti e negli altri 25 altri paesi in cui vengono usate le colture Gm. Dall’analisi è emerso che soltanto nell’ultimo anno “i redditi globali diretti delle aziende agricole che utilizzano le colture Gn sono stati di 15,4 miliardi di dollari – precisano gli autori -. I benefici economici sono stati enormi. Questo ha anche contribuito a ridurre la povertà di 16,5 milioni piccoli che vivono nei paesi in via di sviluppo”.

Nello specifico, lo studio ha rilevato che nei 26 paesi che hanno consentito l’impiego di mais, soia, cotone e colza geneticamente modificati, negli ultimi 20 anni sono stati raggiunti i seguenti obiettivi:
– sono state ridotte le emissioni di gas serra di oltre 26,7 miliardi di chilogrammi (29 milioni di tonnellate), perché è diminuita la necessità di utilizzare le macchine agricole. Secondo la relazione, lo stesso risultato si potrebbe ottenere rimuovendo 11,9 milioni di automobili dalle strade di tutto il mondo;
– l’impiego di sostanze chimiche sui campi è diminuita di 619 milioni di chilogrammi (680 milioni di tonnellate), pari a una riduzione dell’8,1%;
– è diminuito anche l’uso del suolo: negli Stati Uniti è stato usato l’11% di terreni coltivabili in meno;
– i piccoli agricoltori residenti nei paesi in via di sviluppo hanno ottenuto benefici economici significativi: soltanto nel 2015 il “vantaggio economico agricolo netto” è stato di 15,5 miliardi di dollari.

Foto: © Alex011973 – Fotolia.com

redazione