Home Attualità Fefac, la modifica della normativa Ogm rischia di estromettere UE da mercato...

Fefac, la modifica della normativa Ogm rischia di estromettere UE da mercato globale

1061
0
cereali

I governi e i politici difficilmente comprendono il fabbisogno di materie prime Gm da parte della catena alimentare europea. È quanto afferma il Presidente di Fefac (European Compound Feed Manufacturers’ Federation), Ruud Tijssens, in relazione alla proposta di modifica del regolamento CE 1829/2003, relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati.

Tijssens spiega che gli operatori del settore alimentare e mangimistico si muovono sul mercato mondiale delle materia prime, dove le biotecnologie rappresentano ormai un dato consolidato. Pertanto, osserva che l’Unione Europea, prima di modificare la legislazione in materia di organismi geneticamente modificati, dovrebbe valutare attentamente il fabbisogno strategico di materie prime Gm, se non vuole estromettere le industrie europee dal mercato globale.

La proposta di modifica del regolamento CE 1829/2003 potrebbe, secondo Tijssens, compromettere il futuro degli allevamenti di bestiame in tutta Europa. Potrebbe, infatti, ostacolare l’approvvigionamento di un’ampia gamma di prodotti, realizzati con materie prime importate dall’estero.

Il Presidente sottolinea, inoltre, che l’industria mangimistica offre già prodotti realizzati senza materie prime Gm ai clienti che sono disposti a pagare un supplemento di prezzo. Pertanto, non si riscontra la necessità di un intervento politico che vieti l’impiego di Ogm, dato che sul mercato sono già presenti soluzioni alternative.

Ruud Tijssens ritiene che se l’Unione Europea intende concorrere a livello globale con i produttori esteri, dovrebbe varare un quadro normativo sull’importazione di alimenti e mangimi Gm conforme a quello degli altri continenti. Sottolinea, al riguardo, che in passato le restrizioni comunitarie sui prodotti Gm sono costate agli allevatori europei 5 miliardi di euro, a causa dei maggiori costi sostenuti per l’importazione di prodotti alternativi e per la lavorazione del grano interno.

 

Foto: © Dusan Kostic – Fotolia

Nadia Comerci