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Ifif, pubblicate le nuove linee guida di Leap sugli additivi per mangimi

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La filiera zootecnica ha uno strumento in più per misurare il suo impatto sull’ambiente. Sono le Linee guida sugli additivi per mangimi messe a punto da Leap, Livestock Environmental Assessment and Performance, la partnership tra diversi portatori di interesse istituita in seno alla Fao per migliorare la sostenibilità ambientale del settore. Uno dei membri fondatori di questa iniziativa è l’Ifif, la Federazione internazionale dell’Industria mangimistica. Il nuovo documento sull’impronta ambientale degli additivi è stato presentato all’evento di sensibilizzazione di Leap dello scorso 21 settembre sui cambiamenti climatici, l’inquinamento ambientale e la produzione zootecnica.

Gli additivi per mangimi, dagli aminoacidi alle vitamine, solo per fare qualche esempio, sono utilizzati nelle diverse filiere del comparto per perseguire molteplici obiettivi: migliorare e rendere più efficiente la nutrizione, incrementare i livelli di benessere e salute degli allevamenti, ridurre le emissioni e contenere l’inquinamento. Il ruolo di queste sostanze per una zootecnia più rispettosa dell’ambiente è stato evidenziato anche nella Carta per la Sostenibilità dei mangimi di Fefac recentemente adottata. In ogni caso – sottolinea Leap – dalla loro produzione derivano sia oneri per l’ambiente che benefici grazie al loro utilizzo e quindi difficilmente in passato si è riusciti a tener conto di questa complessità quando si è affrontato il tema della valutazione ambientale. 

Le nuove linee guida sugli additivi dei mangimi hanno l’ambizione di fare proprio questo, di migliorare la comprensione dell’impatto di questi prodotti sull’ambiente con un inserimento più coerente nelle valutazioni complessive della produzione zootecnica. La metodologia presente in questo documento vuole introdurre un approccio unificato a livello internazionale considerando l’impatto della produzione, ormai fiorente, di additivi e del loro utilizzo nella filiera suinicola, avicola e dei ruminanti

Un insieme di buone pratiche

L’utilità è quindi duplice, perché lo strumento serve sia per misurare la performance ambientale della produzione di additivi sia il contributo alla performance ambientale dei prodotti di origine animale. E questo tanto a livello globale quanto locale, permettendo inoltre di adattare la metodologia alle specifiche applicazioni fornendo comunque una cornice comune per assicurare un minimo livello di armonizzazione, solidità e trasparenza.

“Credo che Leap può accelerare l’adozione nel mondo di buone pratiche con cui implementare ciò che riassumo nella formula LIFE: Less Impact Formulation for the Environment”, ha detto il presidente di Ifif, Daniel Bercovici, nel suo intervento all’evento del 21 settembre. 

Bercovici ha ricordato che risale al 2008 l’inserimento della sostenibilità nell’agenda dell’Ifif. Un passo che ha portato a due iniziative chiave. La prima è Gfli, Global Feed Lca Institute, per la valutazione dell’impronta ambientale delle sostanze utilizzate nell’alimentazione animale e che aiuta a selezionare alimenti a minor impatto; la seconda è il progetto Sfis, dedicato alla sostenibilità degli additivi, al contributo che ne deriva all’impronta ambientale dei prodotti derivati dagli animali da allevamento. 

Oltre a queste il presidente di Ifif ha fatto cenno anche l’iniziativa del 2018 relativa all’antibiotico-resistenza: “Il nostro concetto è continuare a produrre di più con meno e anche meglio, con riferimento all’ambiente alla salute e benessere animale”.

Per aumentare i livelli di innovazione Bercovici ha individuato infine tre azioni: unire idealmente in una sorta di manuale di buone pratiche tutti i documenti che poggiano su una solida base scientifica; continuare a sostenere il lavoro della comunità scientifica a supporto dei regolatori e dei legislatori per autorizzare nuovi prodotti; offrire un chiaro orizzonte al settore privato per investire ancora nella ricerca sulla nutrizione animale. 

Foto: Pixabay