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Indice dei prezzi alimentari, aprile in ascesa

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indice dei prezzi pixabay

Per la prima volta nell’ultimo anno, l’indice dei prezzi delle materie prime alimentari internazionali di aprile è salito, trainato secondo il report di maggio dell’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione (FAO) dagli aumenti delle quotazioni mondiali di zucchero, carne e riso. L’indice di aprile 2023 ha registrato una media di 127,2 punti, in aumento dello 0,6% rispetto a marzo.

Secondo la FAO, l’indice dei prezzi dello zucchero è salito del 17,6% da marzo, raggiungendo il livello più alto da ottobre 2011, a causa della riduzione delle aspettative di produzione e dei risultati in India, Cina, Tailandia e Unione Europea a causa delle condizioni meteorologiche siccitose e di un lento inizio del raccolto di canna da zucchero in Brasile, insieme a prezzi internazionali più elevati del greggio, che possono aumentare la domanda di etanolo a base di canna da zucchero.

Per quanto riguarda i prezzi della carne, l’indice FAO mostra un aumento dell’1,3% trainato principalmente, nell’ordine, dall’aumento delle quotazioni della carne suina, dai prezzi del pollame e della carne bovina.

In questo contesto, gli indici dei prezzi per le altre principali categorie di materie prime alimentari, ad eccezione del riso, hanno continuato la loro tendenza al ribasso.

L’Indice FAO dei prezzi dei cereali è sceso dell’1,7% da marzo e ha registrato una media del 19,8% al di sotto del valore di aprile 2022. I prezzi internazionali del grano sono diminuiti del 2,3%, principalmente a causa delle grandi disponibilità esportabili in Australia e in Russia, mentre i prezzi del mais sono calati del 3,2%.

L’Indice FAO dei prezzi degli oli vegetali è sceso dell’1,3%, registrando il quinto calo mensile consecutivo. I prezzi mondiali dell’olio di palma sono rimasti stabili, mentre le quotazioni degli oli di soia, colza e girasole sono diminuite. Relativamente ai prezzi dei prodotti lattiero caseari, l’indice è sceso dell’1,7%.

La FAO si dice preoccupata in particolare dall’aumento dei prezzi del riso e, spiega Maximo Torero, capo economista FAO, “mano che le economie si riprenderanno da rallentamenti significativi, la domanda aumenterà, esercitando una pressione al rialzo sui prezzi dei prodotti alimentari”.

Focus sui cereali

La produzione globale di cereali è stata ritoccata dalla FAO ed è ora fissata a 785 milioni di tonnellate, la seconda più grande mai registrata ma in lieve calo rispetto alla scorsa stagione: le prospettive per il 2023/24 per la produzione di riso lungo e a sud dell’equatore sono anche in questo caso molto contrastanti, in gran parte a causa dell’impatto variegato a livello regionale di El Niño (fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque del Pacifico e che provoca inondazioni e siccità). In questo contesto, la FAO ha aumentato la sua precedente proiezione per il commercio mondiale di cereali nel 2022/23 a 472 milioni di tonnellate, ora circa il 2,2% al di sotto del livello record della stagione precedente. Si prevede che il commercio globale di grano aumenterà del 2,3%, mentre il commercio globale di cereali secondari diminuirà probabilmente del 5,5%. Si prevede che il commercio internazionale di riso nel 2023 subirà una contrazione del 4,4% su base annua. L’utilizzo mondiale di cereali nel 2022/23 è previsto a 2.780 milioni di tonnellate e le scorte mondiali di cereali entro la fine della stagione a 855 milioni di tonnellate. Sulla base di queste ultime previsioni, il rapporto tra scorte globali di cereali e consumi nel 2022/23 si attesterebbe al 29,8%, in leggero calo rispetto al 30,8% dei 12 mesi precedenti,