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Mais, riscaldamento globale potrebbe raddoppiare rischio aflatossine

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Il riscaldamento globale potrebbe mettere a rischio la produzione di mais nei paesi del Mediterraneo. È quanto emerge da uno studio italiano pubblicato sulla rivista Nature dai ricercatori dell’Efsa, del Cnr Ispa (Istituto di scienze delle produzioni alimentari) e Ibimet (Biometerologia) e dell’Istituto superiore di sanità e dell’Università Cattolica di Milano. Secondo gli scienziati, se la temperatura media dovesse aumentare di 2 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale, il rischio di contaminazione da aflatossine potrebbe aumentare fino al 50%.

Nel corso della ricerca, gli autori hanno analizzato il possibile scenario che potrebbe verificarsi da qui a 100 anni, se le temperature dovessero salire. In particolare, hanno previsto l’effetto sulle coltivazioni di mais e frumento se la temperatura media salisse di 2 o 5 gradi.

L’analisi ha permesso di scoprire che un aumento di 2 gradi raddoppierebbe il rischio di contaminazione. Se attualmente le aflatossine colpiscono il mais presente nelle aree costiere di Puglia, Sicilia e Calabria, in alcune regioni della Spagna e della Grecia, con 2 gradi in più la contaminazione potrebbe estendersi a tutta l’Italia (tranne la zona alpina e i rilievi appenninici abruzzesi), al resto della Spagna, a Bulgaria e Albania. Se, invece, le temperature aumentassero di cinque gradi, il rischio diminuirebbe per i paesi del Mediterraneo, ma crescerebbe nei Balcani e nell’Europa centrale. Il motivo? Un aumento così elevato ridurrebbe il ciclo di vita delle piante. Di conseguenza, la fioritura arriverebbe in anticipo, per cui le condizioni sarebbero meno favorevoli per le aflatossine.

 

Foto: Pixabay

redazione