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Ue al primo posto nel mondo per export agroalimentare

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Nonostante una leggerissima flessione, l’Unione europea mantiene il primato nel mercato mondiale delle esportazioni di prodotti agroalimentari. Il volume di merci esportate ha raggiunto il valore di 138 miliardi di € nel 2018 come riferisce la Commissione europea nella sua ultima relazione dedicata al commercio internazionale dell’agroalimentare. Nelle parole di Phil Hogan, commissario uscente per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, sono spiegate alcune delle ragioni della leadership dei 28 Paesi Ue: “La politica agricola comune, sempre più orientata ai mercati, ha dato un contributo decisivo al successo del commercio di prodotti agricoli dell’Ue. L’Ue ha la reputazione di offrire prodotti sicuri, sostenibili, nutrienti e di qualità e questa si è rivelata una formula vincente sul mercato mondiale”.  

Il giro di affari nell’Unione europea dei prodotti agricoli e alimentari è stato pari a 254 miliardi di euro. I 138 miliardi di export e i 116 miliardi di import consegnano una bilancia commerciale in positivo, con +22 mld di euro netti.  

Poco meno dell’11% dei beni importati è rappresentato da mangimi

L’Ue è il primo esportatore e il secondo importatore di prodotti agroalimentari cedendo, su quest’ultimo fronte, il primato agli Stati Uniti. Il valore che ruota intorno a questo settore si può misurare anche riguardo alla forza lavoro: l’agricoltura, le industrie e i servizi associati alla produzione alimentare creano circa 44 milioni di posti di lavoro. Tutta la catena rappresenta il 7,5% dei posti di lavoro e il 3,7% del valore aggiunto totale dell’Ue.

Export

I prodotti agricoli in particolare sono la quarta categoria di beni venduti dall’Ue e contano per il 7% del valore totale. Ai primi tre posti ci sono i macchinari, gli altri beni manifatturieri e i prodotti chimici. I destinatari principali dei prodotti made in Ue sono Stati Uniti, Cina, Svizzera, Giappone, Russia che accolgono il 40% dell’export totale. I prodotti più esportati sono vino, vermouth, e poi liquori e altre bevande alcoliche; seguono gli alimentari e le preparazioni alimentari per la prima infanzia, il cioccolato, la pasta e la pasticceria. Fuori dai principali prodotti, sempre in questi cinque Paesi arriva il 75% delle esportazioni di carne di maiale. 

La competitività dell’export dell’Unione è stata inoltre temperata dall’apprezzamento della moneta unica nei confronti di alcune monete estere come dollaro, yen e yuan.

Import

Frutta tropicale, caffe, frutta fresca o secca (che insieme rappresentano quasi un quarto dei prodotti importati) sono in cima ai beni che entrano nei 28 Paesi Ue. Si tratta dunque di prodotti assenti dalla filiera europea o presenti solo in parte residuale. Seguono i prodotti per l’alimentazione di animali (compresi i pannelli di semi oleosi e i semi di soia, il 10,8% delle importazioni) e i prodotti utilizzati come ingredienti in fasi successive di trasformazione (come l’olio di palma). Il maggior aumento in valore è stato registrato dai cereali diversi da riso e grano, con un incremento del 30%. 

Tra i partner gli Stati Uniti hanno visto aumentare la loro quota esportata in Ue (+10%), diventando così il principale fornitore di prodotti agroalimentari dell’Ue. A seguire Cina, Brasile, Giappone e Russia.

 

Foto: Pixabay

redazione