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Carta di Milano: l’impegno dell’Expo per il riconoscimento del diritto al cibo a tutti gli abitanti del pianeta

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A fronte di una popolazione in crescita che ha ormai superato i 7 miliardi di persone, garantire il diritto a un cibo sano e sufficiente per tutti è una sfida ardua. Un contributo alla lotta contro fame, denutrizione e malnutrizione arriva anche dall’Expo di Milano dedicato proprio all’alimentazione. È la Carta di Milano, il manifesto dell’Esposizione Universale. Il documento è stato redatto a conclusione dei numerosi incontri che hanno preceduto l’inaugurazione della kermesse, con il contributo di decine di personalità del mondo scientifico e della ricerca, del Terzo settore, delle istituzioni, delle imprese e della società civile. Un documento partecipato, dunque, e che può essere sottoscritto da tutti sul web. Cittadini, imprese e istituzioni, sia nazionali che internazionali, si impegnano a promuovere la sostenibilità dei processi di produzione e del consumo alimentare e a garantire l’effettivo riconoscimento del diritto al cibo. I principi e le pratiche illustrati nella Carta si sposano con la strategia di sviluppo sostenibile post 2015 che gli Stati membri delle Nazioni Unite stanno elaborando per sradicare il problema della fame entro il 2030. Questa agenda sarà lanciata il prossimo settembre, un mese prima della chiusura di Expo.

Nel documento il tema della sostenibilità è un tema trasversale e ricorrente e detta una serie di impegni che ogni categoria sottoscrive, a partire dai semplici cittadini. Per centrare gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, le risorse del pianeta devono essere gestite in modo equo, razionale ed efficiente: ogni anno, infatti, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono sprecate o si perdono nella filiera alimentare. Se si vogliono conservare le risorse per le generazioni future, il loro accesso e sfruttamento non deve danneggiare l’ambiente. Affrontare in modo sostenibile le sfide alimentari è possibile, per questo i cittadini si impegnano ad aver cura e consapevolezza della natura del cibo e di scegliere responsabilmente; a evitare lo spreco e adottare pratiche virtuose considerando l’impatto della produzione sull’ambiente ed essere parte attiva nella costruzione di un mondo sostenibile attraverso l’ingegno e la creatività. Anche le imprese sono chiamate a svolgere un ruolo propulsivo. I compiti che si sono assegnati sottoscrivendo la Carta di Milano vanno dall’applicazione delle normative e delle convenzioni internazionali in materia ambientale e sociale agli investimenti in ricerca e sviluppo su processi, prodotti e servizi; dal perseguimento della diversificazione delle produzioni agricole e di allevamento al fine di preservare la biodiversità e il benessere degli animali, al miglioramento di tutti gli aspetti della produzione.

Rilevante anche l’impegno delle imprese sul fronte della sicurezza alimentare, un aspetto collegato alla sostenibilità. I produttori, infatti, promettono di produrre e commercializzare alimenti sani e sicuri, informando i consumatori sui contenuti nutrizionali e sul loro impatto ambientale. E ancora, di promuovere innovazioni che li informino in maniera efficace sui tempi di consumo compatibili con la natura, sulla qualità e la modalità di conservazione degli alimenti. Una chiamata alle armi su questi temi arriva dai cittadini in qualità di gruppi di pressione nei confronti di governi, istituzioni e organizzazioni internazionali. Questi soggetti sono invitati “con forza”, tra le altre cose, a formulare e attuare regole e norme giuridiche sulla sicurezza alimentare e ambientale; a tradurre nelle politiche pubbliche buone pratiche e aiuti allo sviluppo per definire sistemi alimentari sostenibili; ad aumentare i fondi per la ricerca; a valorizzare la biodiversità a livello locale e globale; a gestire energia, acqua, aria e cibo in una prospettiva strategica e di lungo periodo che contrasti il cambiamento climatico.

 

Foto: Pixabay

Vito Miraglia